Non sono tanti i km che separano la “frontiera” calabra dalla Catasta, ristorante, ma anche noleggio bici per giri sul Pollino, centro culturale, ma anche negozio di delizie enogastronomiche; un concentrato di vita del Pollino. E – ovviamente – la forma è quella della catasta di legno, con un effetto scenico davvero singolare; un’ottima sosta sulla via da Roma verso la Costa degli Dei.

Briatico è un paesello che il turismo non si fila di pezza e questo è il suo bello; le sue viuzze non saranno proprio caratteristiche, ma c’è una bella piazza col bar sotto i platano ed una pizzeria, una splendida spiaggia con duna che guarda Pizzo Calabro ed un micro borgo di pescatori che andrebbe preservato.

Pizzo abbarbicata su una costa scoscesa che guarda a ponente; le sue stradine, le sue scale e le sue viuzze si animano al tramonto, quando il sole rosso le bacia ed una delle principali attività è quella di osservare il teatrino umano che osserva il tramonto. La pressione turistica si sente ma niente in confronto ad altre mete; e un “tartufo di pizzo” o altra torta gelato garantiscono un pasto completo.

Tropea croce e delizia; non si può saltarla ma è un carnaio; ore 9 spiagge libere già strapiene, optiamo per il lido alle roccette. Nel passaggio sotto l’isola c’è una piccola grotta che porta al lato segreto con una spiaggia segreta ed una grotta segreta, ma anche una vista segreta – e bellissima – su Tropea. Bello il borgo vecchio al tramonto, ma quanta calca, e trovare un posto tranquillo dove fare un aperitivo si rivela impresa ardua.

“A Capo Vaticano ci trovi il Maracanà!” Ok prima allora visitiamo Zungri con la sua città scolpita nel tufo, i portoni colorati, il caseificio con una fila lunghissima anche il 6 agosto e poi c’è Orietta Berti per la Sagra della Madonna; peccato non esserci. E per evitare il Maracanà andiamo alla spiaggia di Formicoli, ma sulla destra, superando un piccolo guado che tiene lontana la folla; bella spiaggia, mare stupendo, bel ristorantino, con Stromboli e il sole che ci saluta, li all’orizzonte, assieme ad un fortunato che fa paragliding.

Dritta: se vai al museo di Reggio Calabria, entra alle 9 in punto, in modo da poterlo ammirare dall’alto al basso senza nessuno che ti preceda; anzi, meglio arrivare una mezz’ora prima e fare colazione al caffè Malavenda, all’angolo col museo, dato che sforna lievitati e granite fenomenali. Poi se ci si capita la prima domenica del mese, è anche gratis. Segui le frecce per terra dal secondo piano di nuovo fino al pian terreno e abbraccia (virtualmente) i bronzi di Riace.

Dritta 2: se sei li di domenica, evita la spiaggia di Scilla, ma fai 5 km vs nord e vaoi sulla spiaggia sassosa di Favazzina, dalla quale si gode anche un bel panorama di Chianalea, il borgo dei pescatori di Scilla, dal punto più meridionale sella spiaggia. che scilla si vede pure in lontananza, ci troverai un decimo della gente, ma portati della gran Acqua e vai al punto più meridionale della spiaggia. Al tramonto Scilla emana un fascino straordinario e fermarsi a cena su una delle terrazze sull’acqua è praticamente obbligatorio, anche se un po’ una roulette per la qualità della cena. Rientrando a Reggio dopo cena, il lungomare è bello vivo e trafficato e le strade a ridosso non sembrano per nulla brutte, con palazzine stile liberty a due piani e viali alberati.

Pentedattilo è molto suggestivo, un vero paese fantasma con storie di fantasmi, a trovare chi te le sappia raccontare; e magari alla sera, col tramonto, è anche più suggestiva. Sulla costa che guarda a sud si susseguono spiaggioni con nessuno in pieno agosto, prima di risalire verso Bova. Qui si parla ancora il greco e i cartelli della toponomastica sono in varie lingue e dialetti. E in centro c’è un’ottima pitta stile gracia, non che si debba venire per la pitta, ma se si viene a Bova bisogna provarla. Risalendo lungo la costa ionica, di nuovo spiaggioni deserti; Brancaleone Marina sembra ferma agli anni 50  – anche se vi nidifica la tartaruga marina – e proseguiamo verso Gioiosa Ionica.

Gioiosa Ionica ha un centro storico arroccato su una collina ed ha – come tanti paesi su questo versante – un omologo marino; GI marina ha il lungomare pedonalizzato e non è eccessivamente preso d’assalto. La cucina del lido Bikini riserva belle sorprese e sono davvero gentilissimi.

Il MuSaBa – qualche km vs l’interno da Gioiosa Ionica – è l’opera omnia un po’ autocelebrativa di Nic Spataro, artista da poco scomparso, che nel corso di vent’anni ha innalzato la sua cattedrale artistica sui ruderi di una chiesa dedicata a S.Barbara. Tanto colore e tanta ceramica.

A meno di 5 km dall’ingresso sud di Locri c’è una bella pineta e dietro una bella duna e dietro una bella spiaggia con un mare bellissimo; sulla spiaggia davvero poche persone ed un piccolo stabilimento balneare che è come vorrei che fossero tutti gli stabilimenti: poche file di ombrelloni belli larghi, cucina casereccia, niente musica, praticamente un viaggio a ritroso nel tempo agli anni 70.

La visita al tramonto è per Gerace, con i suoi camminamenti medievali, il castello normanno ed una vista spettacolare sulla costa; e per cena, in centro a Locri per un’ottima granita da Ettore.

La Cattolica di Stilo è un piccolo universo della fede ed il centro storico del paese vale la passeggiata. Poi Squillace con un castello medievale davvero ben tenuto e le stradine che si dipanano su e giù per il borgo; ovviamente Squillace Lido, alla sera, è molto tranquillo per cenare in un lido sulla spiaggia. Arrivati sin qui non si può fare a meno di visitare il castello del mitico Brancaleone; bello, suggestivo e ben tenuto, attrae moltissima gente sulle spiagge antistanti; ma lungo la strada per arrivarci dune e spiagge deserte.