Culinaria 2014 flower power Edizione numero nove per Culinaria, evento capitolino di enogastronomia, che sembra aver trovato casa nel mercato rionale Garbatella, quello del Farmers’  Market; doppio il tema di quest’anno: i fiori in cucina e le donne ai fornelli

Un riappropriarsi del ruolo, del luogo, dei fornelli in un periodo in cui la bulimia mediatica – a volte in maniera agiografica – consacra chef uomini ai vertici della ristorazione, sia nazionale che internazionale. Il luogo dicevamo, anzi due: il primo è il mercato, in cui Culinaria sembra davvero aver trovato la propria identità. Un luogo quasi primigenio per la donna, specie se vuole riappropriarsi del ruolo di angelo del focolare, il luogo dove iniziare la propria giornata, prima di mettersi ai fornelli.

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E proprio nel mercato di culinaria, proposte note e già viste in quasi tutti i congressi di enogastronomia in giro per lo stivale, e anche qualche novità interessante: è il caso di Latte di Asina, che propone formaggi, biscotti, yogurt e anche pasta fresca a base di – ovviamente – latte di asina, proveniente da allevamenti vicino Siena. Salse a base di lumache, al sugo o di ceci; Cantalupo Lumache propone la specialità tipica di Cantalupo, in provincia di Perugia dove, ad Agosto, si svolge anche una bella sagra. Infine un laboratorio agricolo del beneventano, che ha puntato tutto sull’eccellenza dei suoi pomodori: l’azienda di Massimiliano Panella propone pomodoro in purezza, trattato il meno possibile, per mantenere la massima freschezza e fragranza del prodotto.

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Il secondo luogo è la cucina, i fornelli, il focolare; sullo stage centrale del Teatro della cucina il palco è tutto per loro, per le donne. E per i loro regali d’elezione, i fiori. Fiori che invadono le cucine ed i piatti presentati a Culinaria. Tanti gli interventi che si alternano sotto i riflettori e le telecamere che rimandano sugli schermi laterali: da Loretta Fanella a Cristina Bowermann, con la sua reinterpretazione della Vignarola, piatto romano di primavera per eccellenza. Marion Lichtle i fiori li mette nei suoi dessert: fiori di sambuco, essenze di rosa, fiori di lavanda. Profumi e la giusta acidità che devono ravvivare la fame del cliente, questo è il ruolo della pasticceria d’autore, secondo la chef alsaziana. A chiudere la prima giornata, la straordinaria timidezza di Alba Esteve Ruiz, ancora non avvezza ai fari e agli obiettivi; nel suo piatto di baccalà spagnolo con fagioli ci sono anche fiori di fagiolo e di piselli, una inattesa esplosione di gusto e sapori.

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Impossibile non menzionare un fuori quota: Francesco Apreda tiene una bellissima lezione ai ragazzi della Italian Chef Academy sulle sensazioni derivanti dal luogo in cui il pasto si consuma, spiegando anche come reinterpretare un classico della cucina italiana all’estero, con profumi e sapori locali. La sua pasta all’arrabbiata viene cotta in acqua di pomodori e peperoni, accompagnati con yogurt, dadolata di mango, papaya, cetriolo, aglio nero ed un mix di spezie indiano. Un piccolo viaggio Italia-India andata e ritorno.