Sesto giro di giostra per il Taste Festival di Roma, il Festival degli chef, che quest’anno vuole celebrare il connubio tra la cucina e la musica, un omaggio alla location – l’Auditorium Parco della Musica – che ospita la manifestazione.
Obiettivo dichiarato del festival è il voler avvicinare l’alta cucina al grande pubblico, in un contesto informale; abbiamo quindi fatto un giro alla scoperta dei piatti degli chef presenti per verificare quanto “pop” siano le preparazioni di “alta cucina” proposte.
Alcuni chef sono dei veri e propri pilastri della manifestazione, come Cristina Bowermann, Roy Caceres o Francesco Apreda e ci è sembrato naturale iniziare dai loro stand.
Francesco Apreda, chef del ristorante Imàgo, dopo aver girovagato per mezzo mondo, ha messo radici a Roma, ma si porta sempre dietro un pezzetto della sua Napoli; la Mozzarella di bufala IN.Consistenza e scabece vesuviana, gioca su ben cinque consistenze del latticino più famoso del mondo, assieme a verdure del vesuvio in scapece e odori meditteranei ridotti in polvere.
Cristina Bowerman di Glass Hostaria ricompatta un classico degli USA: il Pulled Pork. Il maiale, prima sfilacciato, è ricomposto in un cubo di carne a cui una salsa di prugne al miso rosso ed il sanguinaccio donano una spinta notevole, per un mix di sapori davvero inatteso.
Roy Caceres del ristorante Metamorfosi ci mette il Sud America nei suoi piatti: Nel Tamal, costina di maiale, mole ed erbe si raccomanda di scavare ben bene nel tamal alla ricerca di tutti i sapori che nasconde, con una salsa di ben 25 ingredienti e una costina di maiale tenerissima e suntuosa. Napoli-Mexico a/r ovvero Per’ e o’muss, chicharon di grano ed emulsione di gamberi mette davvero le ali, portando ad altissime vette il famoso street food partenopeo, con una gran contaminazione di idee e ingredienti.
Più recenti le partecipazioni di altri chef, come Daniele Usai, chef de Il Tino di Ostia; sua è una rivisitazione di un famoso piatto asiatico: il Satay di spada, dove utilizza il pesce spada al posto del pollo e modificando poi la salsa con componenti più mediterranee, a cui, la cottura al bbq dona una golosità davvero speciale. Il Cuore e testa mette assieme quello che, gastronomicamente parlando, sono lo Yin e Yang per i cinesi, ovvero i gamberi ed il maiale; rosso di Mazzara crudo, coppa di maiale a pan brioche per qualche morso di pura goduria.
Adriano Baldassarre del Tordomatto mette assieme una sinfonia “marinara” di sapori nel suo Scampi, sabbia, spugne e coralli: l’azzurro del mare in una salsa allo yogurt con aneto ed altre erbe, spugne alle alghe e crudo di scampi non deludono le aspettative. Così come per le Linguine, gamberi rossi e peperoni, con la pasta che viene risottata in acqua di peperone e pomodoro per poi essere condita con crudo i gamberi rossi.
Alba Esteve Ruiz di Marzapane, eleva il concetto di sandwich col suo Cochitoast: pan brioche che racchiude un prosciutto di cochinito – maialino da latte spagnolo – con salse home made ed erbe. Il Ci vuole fegato per l’insalata di mare è una poco classica insalata di mare che – altre al pesce in filetti con cotture millimetriche – ha un fondo di patè di fegati di polpo, totano e rana pescatrice: sapori forti e forse non per tutti, ma se siete amanti del genere, si tratta di un piatto che entra di diritto nella vostra pop-ten.
Infine – last but not least – i felici abbinamenti cocktail-aperitivi del ristorante Livello 1 con lo chef Mirko di Mattia a dispensare golosissime entreè accompagnati da mix alcolici molto particolari.